La condivisione e l’effetto sorpresa

Oggi in Atelier Giocoimparo viene a trovarci Mattia, un bimbo di 5 anni con un importante disordine fonologico.

A Mattia mancano molti suoni e da qualche mese abbiamo iniziato un grosso lavoro di collaborazione con la famiglia, che sta già dando i primi risultati. Con lui utilizzo regolarmente Fonemi in viaggio e anche a casa ci gioca molto volentieri con mamma e papà, chiedendo a loro di giocarci tutti i giorni!

Questa richiesta quotidiana di gioco in famiglia da parte dei bambini, che mi raccontano spesso i genitori, ci porta a fare diverse riflessioni.

Da una parte, ci dimostra l’enorme valore affettivo del tempo di qualità passato con i bambini, facendo un gioco o leggendo un libro insieme: nessun cartone o videogioco possono competere con la compagnia di un familiare o di un amico, in una attività di svago, di condivisione, di relazione!

Nel condividere un gioco strutturato con un genitore, ad esempio, il bambino impara ad assumere comportamenti adeguati, utilizzando il genitore come modello da imitare. Inoltre si sente visto e ascoltato e intuisce che le sue fatiche di linguaggio, o altro, sono condivise da tutti i suoi cari e non deve portarne il “peso” solo lui.

E’ incredibile quanto migliorino più velocemente i bambini che allenano le loro difficoltà in ambiente domestico, con un attento monitoraggio settimanale del terapista, che verifica le evoluzioni e modifica le consegne di volta in volta.

Dall’altra parte, ci suggerisce quanto sia importante mettere sempre autentica gioia e divertimento, nel giocare con loro, inventando sempre qualche piccola variante.

Con Mattia ora stiamo affrontando il suono S e con lui mi sono inventata, per rendere ancora più stimolante l’attività, di utilizzare, durante la partita , alcune carte con “effetto sorpresa”.

Mi spiego meglio: prima di iniziare una partita sull’isola dei pirati, ho chiesto a Mattia di selezionare una carta che avremmo utilizzato come “sorpresa”, durante il gioco. Lui ha selezionato la carta “sirenetta”. A quel punto abbiamo mischiato tutte le 16 carte con il suono S e le abbiamo messe sui 16 buchi del tabellone Isola dei Pirati.

Chissà la sirenetta dov’era finita?!

 

Ho spiegato a Mattia che chi avesse trovato la sirenetta durante il gioco, avrebbe vinto due carte-tesoro in più, da scegliere tra quelle rimaste sul tabellone.

 

Questo semplice stratagemma ha contribuito a coinvolgere molto Mattia durante la partita, aumentando la sua attenzione e motivazione sull’acquisizione del suono target.

Non vi dico la sorpresa quando ha trovato la sirenetta e ha afferrato a piene mani ben 2 tesori in più!

 

Tornato in sala d’attesa, a fine seduta, è corso dalla mamma, gridando: “Mamma devo dirti una coSa nuova del gioco per quetta (i gruppi consonantici non li abbiamo ancora affrontati!) Sera!”

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