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Negli ultimi anni, anche a causa dell’isolamento sociale durante la pandemia e di un utilizzo sempre più precoce di device, si è registrato un aumento dei disturbi di linguaggio nei bambini.
Le statistiche parlano di circa un 7% di bambini con DPL (Disturbo primario di linguaggio), prevalentemente maschi. Esso rappresenta il principale disturbo del neuro-sviluppo.
I bambini con Disturbo Primario del Linguaggio hanno un quoziente intellettivo nella norma, non presentano evidenti deficit sensoriali, sono inseriti in un ambiente adeguato, ma non riescono ad acquisire le competenze linguistiche, mediamente possedute dai loro pari.
Tra i DPL rientra il disturbo fonetico-fonologico, ossia il disturbo che riguarda la corretta acquisizione dei suoni della lingua.
Talvolta, tali difficoltà di articolazione dei suoni sono lievi, circoscritte a pochi suoni e si risolvono spontaneamente, specie in conseguenza dell’ingresso alla scuola dell’infanzia. Altre volte, presentano caratteristiche più complesse e persistenti nella produzione dei suoni, tali da rendere l’eloquio incomprensibile.
Per questo motivo, esse possono provocare un disagio nella comunicazione, nelle capacità relazionali del bambino e compromettere il suo futuro apprendimento scolastico. Un bambino che non pronuncia correttamente alcune parole può far fatica a cogliere le differenze tra suoni simili: dice ad esempio «tane» per “cane” o «cuola» per “scuola”, ed è convinto di aver pronunciato correttamente. È importante non correggerlo mentre è impegnato a raccontarci qualcosa, ma aiutarlo ad acquisire correttamente tutti i suoni della lingua di appartenenza, attraverso precise tecniche, modalità e strumenti.
I bambini con disturbo fonetico-fonologico possono avere difficoltà riguardanti la conoscenza e l’utilizzo dei suoni della lingua oppure la capacità di coordinare i movimenti linguo-bucco-facciali necessari per l’articolazione di essi.
Solitamente, le difficoltà fonetico-fonologiche hanno un esordio precoce e vengono segnalate quando la produzione dei suoni non è adeguata rispetto all’età ed alla fase di sviluppo del bambino, in assenza di deficit fisici, neurologici, uditivi o strutturali.
L’eventuale presa in carico logopedica prevede che venga fatto un lavoro di tipo percettivo-motorio per aiutare il bambino a percepire, discriminare e produrre correttamente il suono-target isolatamente, in sillaba, in parole man mano più complesse e infine all’interno di frasi, per favorirne il consolidamento e la generalizzazione.
Il gioco in scatola FONEMI IN VIAGGIO rappresenta un valido strumento per terapisti ed insegnanti per sollecitare la corretta pronuncia dei suoni, in una veste narrativa stimolante e sempre nuova.
Pur non sostituendosi alla presa in carico logopedica, esso può essere utilizzato dai genitori che vogliano contribuire all’evoluzione linguistica dei loro bambini, sia come rinforzo a casa del lavoro svolto dalla logopedista sia, nei casi lievi in cui mancano pochi suoni, come allenamento della corretta produzione dei suoni, in una modalità affettiva, coinvolgente, divertente e di condivisione.
Attraverso l’utilizzo dei tabelloni dalla grafica accattivante e delle immagini, divise per fonemi (suoni del linguaggio), il bambino allena ripetutamente il fonema-target, sentendolo pronunciare dall’adulto e provando egli stesso a riprodurlo, in una ambientazione avventurosa, colorata e in interazione gioiosa, tra sfide fra pirati o passeggiate nel parco di un bellissimo castello.
Per i bimbi che ancora faticano a seguire le regole del tabellone, le carteimmagine si prestano a tante altre attività (PDF “Giochi e attività con Fonemi in viaggio”, scaricabile gratuitamente dal sito nella pagina di FONEMI IN VIAGGIO) per favorire la corretta acquisizione dei suoni (PDF “indicazioni sull’articolazione dei fonemi”, scaricabile gratuitamente dal sito nella pagina di FONEMI IN VIAGGIO), in una modalità più semplice e diretta ma ugualmente stimolante e di grande partecipazione.
FONEMI IN VIAGGIO fa parte della trilogia di giochi utilizzati nel Laboratorio linguistico Giocoimparo (Manuale operativo Giochi linguistici e prevenzione ai DSA: come costruire e potenziare i prerequisiti linguistici), sperimentato nelle scuole d’infanzia e nel biennio delle scuole primarie di Milano, rivelatosi un valido supporto per chi opera, in vario modo, con i bambini e un prezioso strumento per aiutarli a raggiungere gli obiettivi previsti dai Piani di Apprendimento Ministeriali.
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