Learning by doing

Oggi con Atelier Giocoimparo entriamo nel Laboratorio Linguistico e affrontiamo un argomento molto importante: Il learning by doing.

Come ogni martedì, appena entrata in classe, i bambini mi hanno accolta con i loro simpatici aggiornamenti: dentini caduti, weekend dai nonni, pigiama party.

Dopodiché, ho catturato la loro attenzione, mostrandogli il materiale che avevo preparato per loro e introducendo il concetto di sillaba iniziale di parola.

Come prima cosa, ho mostrato ai bambini alcune immagini inizianti per CA e ho chiesto a loro con quale sillaba iniziassero tutte quelle immagini. Questo mi ha permesso di accertarmi che a tutti fosse chiaro il concetto di sillaba iniziale, senza che fossi io a mostrare loro quale fosse la sillaba target.

Questa modalità, tipica del metodo induttivo, permette ai bambini di avere un ruolo attivo, di grande coinvolgimento, di attivare la motivazione intrinseca ad apprendere e di arrivare alla conoscenza attraverso un processo di scoperta.

In questo modo, i bambini imparano attraverso l’osservazione personale e attraverso la collaborazione con il gruppo, attingendo alla dimensione più profonda del laboratorio, quella del Learning by doing, della partecipazione attiva, dello scambio, dell’ascolto e del confronto.

Abbiamo declinato l’attività di riconoscimento di sillaba iniziale in tante modalità diverse, sempre tratte dal manuale “Giochi linguistici e prevenzione ai DSA”, sperimentando che una stessa attività può essere affrontata in modo vario e sempre nuovo.

Ciò contribuisce a tenere alta l’attenzione, a superare i momenti di disagio e noia, tipici di un insegnamento più tradizionale, frontale, dove l’adulto insegna e il bambino ascolta.

Nel laboratorio, al contrario della didattica tradizionale, il tutor ha il ruolo di regia, deve parlare di meno per far parlare i bambini, rendendoli protagonisti dei loro apprendimenti.

 

Un’attività che ha avuto molto successo con i bimbetti del mio laboratorio è stata quella di avere in mano ognuno una immagine e di dover trovare, a turno, quella sul tavolo che iniziasse con la stessa sillaba dell’immagine posseduta.

Qui è stato interessante osservare i diversi atteggiamenti dei vari bambini: c’erano quelli che si precipitavano a cercare la propria carta, quelli riflessivi e quelli che aspettavano che tutti l’avessero prelevata, per poter prendere quella rimasta sul tavolo, fidandosi più delle competenze degli altri che delle proprie, come nel caso di Anna, una bimba un pò timida e  timorosa.

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